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Anima di drago, di Roberto Saguatti, recensisce Le Lame Scarlatte

Potete trovare la recensione sul seguente sito: Anima di drago di Roberto Saguatti

Per facilitarvi la lettura ho copiato e incollato il testo direttamente qui, poiché il sito del recensore non permette di mettere un link diretto alla recensione, ma solo quello alla home page. Buona lettura!

Fronte Cover piccola

Passione: 9,5 “Infiamma”

Originalità:  7  “Nulla di innovativo”

Creazione del mondo: 6 “Faticoso”

Caratterizzazione personaggi: 8 “Lodi e punti oscuri”

Trama e Intreccio: 9 “Geniale ma necessitava di basi più solide”

Incidenza del Fato: Bassa.

Copertina: 9 “Semplicemente accattivante”

Finale: 8,5 “In linea con il libro”

Stupidincipit (l’inizio del romanzo riscritto in maniera ironica)

Foltrop è una strana città, c’è un Re con le sue guardie poi ci sono le congreghe in cui si dividono tutti gli altri abitanti  il 50% fa il ladro e vive nelle fogne, il 20% sono assassini, un 10% sono prostitute, un 10% sono maghi e l’altro 10% sono paladini e/o inquisitore. Non si capisce bene chi faccia le cose comuni come il pane o le pulizie o costruisca le case (probabile si facciano i doppi lavori: di giorno faccio il muratore e di notte l’assassino, oppure di notte presiedo l’inquisizione ma di giorno faccio il mercante oppure, che so, si uniscono le due professioni tipo costruisco case con la magia…) Fatto è che queste percentuali sono in perfetto equilibrio fino a quando Lynx, l’assassino pensionato, torna in città ed inizia un massacro con il suo bastone da passeggio scarlatto e tutto perché non trova nessun cantiere aperto! Decide quindi di sfogare la sua rabbia contro il Re che voleva solo chiedergli consiglio su dove costruire la casa di riposo per assassini benemeriti.

Recensione:

Le lame scarlatte è un bel libro, un libro che vale la pena di leggere e lo scrivo subito prima di elencare tutti i MA che quest’opera si porta come fardello. Mai come in questo caso scindere tutte le categorie di giudizio è indispensabile perché in alcune cose ci sono eccellenze in altre un pasticcio completo.

“È meglio che non parli. Malgrado tutto, è stato bello lavorare assieme. Con rammarico, devo chiudere qui il nostro accordo”

Partiamo dalle cose buone: la passione è elevatissima. Le prime pagine sono uno degli incipit più accattivanti che abbia mai letto che catturano subito il lettore e lo trasportano in questo mondo pieno di cospirazioni e assassini. Il libro prosegue forte fino alla fine, tavoletta del gas pestata in pieno e motori che rombano, ci si lascia trasportare dagli avvenimenti e dai ragionamenti dei protagonisti da un gioco di politica e morte molto complesso e pieno di soprese. Purtroppo, a motori spenti, quel che innesca tutto questo ballare è abbastanza debole e fa scricchiolare tutta la struttura. I combattimenti sono ottimi precisi, ben descritti e veloci come per lo stile “assassino” devono essere, impeccabile.

“Fuggi da Foltrop come una ladra, potrei persino prendere in considerazione il tuo reclutamento fra le mie fila, ma ahimè sei troppo ambiziosa per i miei gusti”

I personaggi sono perlopiù molto belli, si passa da qualche stereotipo del fantasy come Regina o Rat a qualche “pezzo” molto originale come lo stesso Ferret, Il camaleonte o Eel passando per qualche toppata come Bear (no un assassino buono e amato da tutti non lo digerisco). Lynx è valido ma l’immedesimazione è solo superficiale causa del fatto che non si capisce perché avesse abbandonato il mestiere il decennio precedente. Il Re non è un giocatore adeguato alla scacchiera ed è un vero peccato. Ottimo comunque che non ci sia un unico vero cattivo ma tutti tirino acqua al proprio mulino.

“Per vincere a questo gioco, devi saper muovere bene le tue pedine. Devi fare vedere al tuo avversario quello che vuoi che veda, affinché resti nell’ombra quello che conta. Anche a costo di farsi ferire, di sanguinare”.

Creazione del mondo. Il mondo è racchiuso in una città che, come scherzavo sopra, sembra più popolata da gente speciale che persone comuni. Fatico molto a digerire una congrega di assassini alla luce del sole e persino riconosciuta. I soldati del Re per un tale livello di pericolosità sono dei veri inetti. Il resto è funzionale e sacrificato per il ritmo che il libro richiede (vedi Araldo, i nobili e altre figure che rimangono troppo sullo sfondo).

“Era stata una mossa magistrale, un capolavoro di astuzia e manipolazione. Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, ma l’allievo aveva sorpassato di gran lunga il maestro. Era portato per quella vita, era il suo vero erede”.

L’intreccio è preciso, ben pensato e causa una cascata di eventi, reazioni e contromosse che sono degne di applauso e mantengono l’incidenza del Fato bassa, mi piace che dietro ad ogni mossa ci sia una “pensata” di un personaggio.

“Il braccio passò sotto quello della donna e la lama le perforò il petto, l’altra arrivò qualche istante dopo, dritta alla tempia. Morì sul colpo, soddisfatta, con uno strano sorriso sotto la maschera”.

La copertina è interessante nella sua semplicità e mi piace molto la frase riportata: La stupidità uccide più di una spada.

“Le armi erano identiche, con l’elsa di metallo nero e le lame scarlatte”.

Il finale è coerente, molto dinamico e credibile. Tutte le trame si chiudono e questo è un bene. Solo rimane molto misteriosa questa Ruby di cui ci si scorda nella lettura.

Non sono solito giudicare un libro da errori e refusi, qualcosa scappa a tutti e normalmente non è un dramma. Ho sempre chiuso un occhio senza problemi. Questa volta due righe sono necessarie perché il limite è stato superato in quantità e qualità tanto da risultare, purtroppo, fastidioso per la lettura. Mi hanno assicurato che molto è stato  “messo a posto” per la nuova versione quindi consiglio a tutti di accertarsi che il libro che comprerete sia una SECONDA EDIZIONE o l’Ebook perché, ripeto, il libro merita di essere letto.

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